16 gennaio 2012

Ufficio di scollocamento: I colloqui di gruppo


di Paola Zapparoli

foto di:  Daria Meneghel
Se avete cercato lavoro negli ultimi anni, forse vi sarà capitato di fare quell'esperienza mistica che porta il nome di 'Colloquio collettivo'.
Chi l'ha inventato sicuramente un lavoro già lo aveva, altrimenti non avrebbe partorito questo esperimento che ha come fine quello di effettuare una sorta di selezione naturale di lavoratori.
Le modalità sono molteplici, ma più o meno si svolge così: venite chiamati da un' agenzia di selezione del personale che dovrà decidere se sarete degni o meno di fare un vero colloquio con l'azienda.
Vi radunano in tanti, poi vi dividono in gruppetti e vi chiudono dentro delle stanze, facendovi sedere a ferro di cavallo come in prima elementare.
Per prima cosa, vi fanno riscrivere il curriculum a mano, forse perchè vogliono vedere se vi ricordate tutte le cavolate che ci avete messo, o più probabilmente perchè da come scrivete le T e le F capiranno se siete il genere 'leader', il genere 'rompiballe' etc. ..Poi arriva la fase alcolisti anonimi, in cui dovete presentarvi uno alla volta: 'Ciao, mi chiamo Maria e sono disoccupata'. E tutti in coro 'Ciao Maria, non ti devi vergognare, siamo tutti nella stessa barca, ma insieme ne usciremo!'.
Già lì potete immaginare il vostro selezionatore che scrive commenti su quello che dite: 'Sono un gran lavoratore' (Questo vuole gli straordinari pagati) 'Aiuto sempre i miei colleghi' (sindacalista sobillatore) 'Sono una persona sensibile' (questa sta sempre in malattia) 'Mi piacciono i bambini' (rischio gravidanza: eliminata!).

Dopodichè, possono chiedervi, ad esempio, di scrivere i pregi ed i difetti del lavoro per il quale state facendo il colloquio. Allora lì salta fuori la vostra capacità diplomatica nell'evitare di scrivere -Perchè non c'erano altri lavori disponibili-. Molti invece cadono nella più sfrenata captatio benevolentiae affermando che vendere scopettini per il bagno è sempre stato il sogno della loro vita e che è davvero, davvero impossibile trovarne un lato negativo. Ne riparliamo ad un mese dall'assunzione..
Il momento più bello è senza dubbio quello della fase darwiniana. Il selezionatore sadico, vi impone di trovare un accordo su una qualche delicatissima questione (E' meglio il colore blu o il rosso? E perchè?). Vi dà un lasso di tempo in cui dovete arrivare ad una conclusione unanime, pur pensandola in maniera completamente diversa. A quel punto si scatenano gli istinti umani che fino a quel momento erano rimasti sopiti, al limite delle urla e delle scenate isteriche. E mentre lui, fingendo di leggere un giornale, vi osserverà con malcelato sorrisetto come foste tante scimmie in gabbia, voi vi chiederere: Ma, se insisto, mi prende per rompiscatole? Se cedo sulle mie posizioni, mi marchia come remissivo? E se li porto dalla mia parte, mi riterrà leader o arrogante? E la capacità di problem solving, come gliela dimostroooo????
Alla fine ci sarà qualcuno che cede, qualcuno che si arrabbia e qualcuno che rimane attonito. Di sicuro quello che si è divertito di più è il selezionatore, che, per non farvi sentire proprio degli animali da zoo, vi chiamerà in disparte (per nome, per di più) uno per uno e vi farà due inutili domande prima di congedarvi.
Dopo tre o quattro ore, roba da sfiorare il sequestro di persona, il colloquio/travaglio terminerà con un gregge di persone distrutte che scappano a casa pensando 'Beh, non prenderà mai quell'oca; se prende quello lì deve prendere anche me!'.
Dopo qualche settimana, potrebbe capitarvi di ricevere dall'agenzia di selezione una mail che dice: Siamo spiacenti ma non è stato selezionato per un ulteriore colloquio con l'azienda in quanto il suo profilo professionale non risulta in linea con le richieste dell'azienda stessa.
Profilo professionale??? Ma allora, cosa li hanno inventati a fare i curriculum vitae???



1 commento:

  1. Cara Paola, se un giorno sono triste so cosa fare per tirarmi su il morale: leggere il tuo post! :-D

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