DUE TRENTENNI CHE SI FANNO IN QUATTRO PER 30

30 come i giorni che ha novembre (con april giugno e settembre); come il giorno alla fine del mese al quale speriamo di arrivare senza debiti.
30 come i danari bastati per il più grande Tradimento. 30 come gli euro che non ti bastan più neanche in pizzeria. 30 come il voto che prendiamo all'esame, se abbiamo studiato o se abbiamo una gran botta di fortuna. 30 gli euro al giorno che, se ci va bene, prendiamo come stipendio. 30 come i gradi all'ombra in luglio, 30 messaggi al giorno per mantenere un amore distanza, 30 caffè al mese per cominciare la giornata, 30 minuti di ritardo il primo giorno di lavoro, 30 come l'autobus che ci porta a casa, 30 le settimane per renderti conto che stai per partorire, 30 le ore del corso di inglese serale.
30 come gli anni che abbiamo, che abbiamo avuto o che avremo fra un po'. 30 come gli anni che vorremmo ancora avere.
30 magazine, più che un blog un magazine e più che un magazine, una generazione.

Ecco le prime due che ci hanno creduto:

LAURA MONTORIO

A 13 anni il suo paesino di campagna con 800 abitanti le sta stretto, così convoca i suoi genitori
per avvisarli che a 18 anni se ne andrà di casa. Detto fatto, si ritrova a vivere, studiare e lavorare
nelle megalopoli di Venezia, Mestre e Marghera.
Non si ricorda il numero di case dello studente che ha cambiato: si ricorda che nell'ultima dormiva in un materasso a una piazza e mezza per terra.
Non si ricorda di tutti i lavori che ha svolto per poter pagare l'affitto, ma si ricorda, che ogni mese arrivava sempre agli sgoccioli. Non ha mai imparato a cucinare perchè non ha fatto l'alberghiero ma l'Accademia di Belle Arti; infatti, sa dipingere.
Non perde occasione di viaggiare: se ne va in treno, in nave e in aereo in giro per l'Europa e a piedi a Santiago de Compostela.
Se ne va un anno a Roma per lavorare e studiare più da vicino il mondo delle donne; ebbene, nella patria dei bucatini all' amatriciana, torna più magra di prima.
Se ne va nel cuore dell'Africa, a Kinshasa, per dare una mano alle Suore di Madre Teresa che sono sempre indaffarate. Non sa ancora come sia potuto accadere ma viene selezionata per la Borsa Leonardo e si ritrova a fare la speaker in una radio della black community di Bristol; lei, che più che parlare inglese se lo inventa.
Se ne va anche in Perù a scalare il Macchu Picchu: questa volta con suo marito in viaggio di nozze.
Oggi è felice di andare in montagna, ad Auronzo, con suo marito e la loro bellissima figlia.


PAOLA ZAPPAROLI

Paola passa la sua infanzia sulle rive del Piave, dove coltiva le sue grandi ambizioni: da grande farà la panettiera, la fiorista o la biologa marina.
Crescendo, però, viene fulminata da una nuova passione, la scrittura. Da allora inizia a ticchettare sulla sua Olivetti rossa regalatale da un Babbo Natale lungimirante.
Sopravvissuta al liceo classico, nonostante il greco, si iscrive a Scienze della Comunicazione, diventando un'eterna viaggiatrice versoTrieste. Quando, nonostante alzatacce epiche e raffiche di bora, riesce ad uscirne, ha in mano la sua tesi sulla cultura afroamericana, e la sua laurea, che le servirà per i seguenti lavori: friggere patatatine, vendere pane (un sogno che si avvera!), costruire passeggini, accudire bambini, insegnare tabelline, distribuire volantini, consegnare pensioni, fare caffè e fotocopie...
Ma la scrittura le rimane fedele compagna, e per farla diventare il suo mestiere sarebbe disposta anche a rinunciare a vendere fiori o studiare fondali marini.