di Laura Montorio
Voglio condividere con voi delle riflessioni in pillole su una delle esperienze che più mi ha formato, dal punto di vista fisico, mentale e spirituale: il Cammino di Santiago.
Sono tra i fortunati che ha potuto farlo tutto a piedi.
28 giorni, da sola, con lo zaino in spalla, per circa 800 km.
Era il 4 ottobre 2006 quando sono arrivata davanti alla Cattedrale di Santiago De Compostela, in Spagna.
Il Cammino mi ha lasciato tanto: ho fatto esperienza viva della Provvidenza, ho conosciuto il ritmo dei miei passi, ascoltato il suono del mio corpo, incontrato persone da tutto il mondo, imparato cos'è l'essenziale, conosciuto i miei limiti ma soprattutto ho capito che nel camminare sta il ritmo del pensiero, la costanza, il coraggio e la tenacia necessari alla vita perchè sia vita.
La meta dev'essere ben chiara nel sentire di ognuno ma non è importante raggiungerla: camminare verso di essa è già senso compiuto.
Proprio ier dopo tanti anni ho ripreso in mano un libro regalatomi da una cara persona, si intitola "Il mondo a piedi".
RispondiEliminaCamminare e prendere coscienza di sé e del proprio corpo.
Ascoltarsi in silenzio.
Condividere con i compagni di viaggio.