Passa la sua infanzia sulle rive del Piave, dove coltiva l'ambizione di fare la panettiera, la fiorista o la biologa
marina.
Crescendo,
però, viene fulminata da una nuova passione, la scrittura. Da allora
inizia a ticchettare sulla sua Olivetti rossa regalatale da un Babbo
Natale lungimirante.
Sopravvissuta
al liceo classico, nonostante il greco, si iscrive a Scienze della
Comunicazione, diventando un'eterna viaggiatrice verso Trieste. Quando,
nonostante alzatacce epiche e raffiche di bora, riesce ad uscirne, ha in
mano la sua tesi sulla cultura afroamericana, e la sua laurea, che le
servirà per i seguenti lavori: friggere patatatine, vendere pane (un
sogno che si avvera!), costruire passeggini, accudire bambini, insegnare
tabelline, distribuire volantini, consegnare pensioni, fare caffè e
fotocopie...
Ma
la scrittura le rimane fedele compagna, e per farla diventare il suo
mestiere sarebbe disposta anche a rinunciare a vendere fiori o studiare
fondali marini.